Il 1946 rappresentò l’inizio del periodo aureo per il calcio aretuseo. Infatti gli azzurri, dopo aver chiuso il campionato di Serie C girone F al quarto posto, vennero ammessi in Serie B in seguito all’allargamento del numero delle squadre partecipanti nella stagione cadetta successiva.
Ebbe così inizio il famoso settennato degli aretusei, almeno avendo come riferimento la Carta di Viareggio del 1926 (importante riforma che diede un’impronta professionistica al calcio italiano); infatti gli azzurri esordirono nel secondo livello calcistico, all’epoca “Seconda Divisione”, già a partire dal maggio 1925. Pertanto, in realtà, gli anni di cadetteria sarebbero in tutto nove.
Ma torniamo a quel 1946…
Il nostro Paese, appena passato dalla Monarchia alla Repubblica, dovette fare i conti con le conseguenze della guerra e con la successiva ricostruzione; molte infrastrutture andarono distrutte dai bombardamenti aerei o perché teatri di cruente battaglie e ciò portò la neo-rifondata Federazione Italiana Giuoco Calcio a suddividere in gironi i vari tornei calcistici.
Anche la Serie B non fece eccezione. Infatti il Siracusa giocò nel girone C, affrontando importanti squadre dell’Italia centro-meridionale; questa nuova avventura ebbe inizio il 22 settembre, quando gli azzurri esordirono col botto allo Stadio “Vittorio Emanuele III”: 3 a 0 secco al malcapitato Foggia, risultato che fece letteralmente sognare i tifosi aretusei. Alla fine i leoncelli riuscirono ad ottenere la salvezza all’ultima giornata, con la vittoria casalinga sulla Torrese di Torre Annunziata per 2 a 1 (22 Giugno 1947).
Nello stesso anno la città di Archimede ebbe un’altra rappresentante a livello nazionale: la Società Sportiva Comunale, secondo alcune fonti, con colore sociale azzurro, secondo altre, con colore bianco. Questo sodalizio, nato nel 1945, partecipò sia al campionato di Serie C, sia alla Coppa di Lega Interregionale Sud (una sorta di “antenata” della Coppa Italia di terza serie). In entrambe le competizioni esordì con una sconfitta: in campionato 1 a 0 a Messina contro i biancoscudati locali (10 Novembre 1946), in coppa 6 a 1 a Catania contro gli etnei (3 Novembre 1946).
Il presidente della Comunale fu Sebastiano Aglianò, lo stesso del Siracusa neopromosso in cadetteria e ciò rappresentò la principale causa degli scarsi risultati della Comunale, la quale concluse la stagione all’ultimo posto, con zero punti e tre rinunce.
Ciononostante la squadra suscitò un’enorme simpatia da parte degli sportivi siracusani, soprattutto tra gli abitanti della Borgata Santa Lucia; inoltre molti ex calciatori del Siracusa anteguerra rinfoltirono le fila della Comunale. Tra questi vi furono i vari Pietro Cancellieri, Marcello Gallitto, Giuseppe Pistorino e Calogero Nobile (tanto per citarne qualcuno).
Alla fine la scelta della dirigenza di “trascurare” la Comunale portò allo scioglimento del sodalizio, ma allo stesso tempo permise al Siracusa di giocare per sette anni consecutivi in Serie B, con non pochi sacrifici economici; malgrado ciò, la compagine azzurra è tuttora ricordata come l’unica squadra “secondogenita” della città ad aver partecipato ad un importante campionato a livello nazionale, come quello di Serie C. Per il Siracusa, invece, ebbe inizio un lungo periodo di soddisfazioni e di sogni, tanto affascinanti quanto ormai proibitivi.