Il titolo ricalca una frase di D'Annunzio sulla spartizione -secondo lui ingiusta- dei territori al termine della prima guerra mondiale, e ricalca con la dovuta contestualizzazione l'impresa compiuta dal Siracusa, incredibile ma di fatto inutile.
Con ancora negli occhi le commoventi immagini della festa successiva alla vittoria dei play off contro l’Enna, il Leone si prepara a vivere una nuova stagione da protagonista, stavolta in serie D, con l’intenzione di provare a dar fastidio al fortissimo Trapani, insieme a Vibonese, Reggina e Lamezia Terme.
Viene confermato il tecnico Gaspare Cacciola, che l’anno prima aveva sfiorato l’impresa di vincere un campionato apparso quasi del tutto compromesso, e che poi ha vinto i play off, regalando una gioia sconosciuta alla generazione di tifosi aretusei che numerosissimi hanno affollato gli spalti del Nicola De Simone.
Degli eroi dell’anno prima viene confermato solo il portiere Giuseppe Lumia, a far da riserva a Domenico Lamberti. Tra i volti nuovi ricordiamo i difensori Maikol Benassi, Francesco De Caro, Matteo Di Paola, Toni Markic, Francesco Sena, Joaquin Suhs e il jolly siracusano Federico Gozzo. I nuovi volti a centrocampo sono Domenico Aliperta, Carmelo Limonelli, Leandro Teijo, Raffaele Vacca ed Enrico Zampa. In attacco Giuliano Alma e Domenico Maggio che saranno i capicannonieri del girone, Pietro Arcidiacono, Alessio Faella, Ciro Favetta, Michele Forchignone e Andrea Russotto, attesissimo dalla piazza, scelto dal mister come capitano, ma una lunga serie di infortuni condizionerà la sua stagione.
Gli azzurri vengono eliminati al primo turno di coppa ed in campionato pareggiano col Canicattì sul neutro di Ravanusa, ma inanellano 11 vittorie consecutive da cui emergono la forza della squadra, una capacità realizzativa incredibile, ma anche una non trascurabile vulnerabilità alle offensive avversarie.
Con la classifica che viene riscritta per la rinuncia del Lamezia Terme (sconfitto a casa sua dagli azzurri), bisogna attendere la 23ª giornata, il 21 gennaio, per vedere la prima sconfitta del Siracusa, dopo 17 vittorie e 4 pareggi.
Gennaio è stato anche il mese di esordio per i nuovi arrivati Eduardo Esposito, Simone Lo Faso e Manuel Sarao, questi ultimi due arrivati per sostituire i partenti Faella e Favetta, desiderosi di trovare più spazio.
Il gioco apparso spumeggiante nel girone di andata si smarrisce però nel girone di ritorno, ciononostante la marcia del Siracusa sarebbe da primato in tutti gli altri 8 gironi, ma nel girone I c’è un Trapani con un ruolino di marcia ancora superiore ed anche lo scontro diretto del 7 aprile, che sancisce la meritata promozione in C dei granata, appare per noi solo come un modo per valutare gli azzurri contro la squadra più forte di tutta la serie D.
Quella di Trapani è anche la partita di esordio di Fernando Spinelli come allenatore, subentrato a Cacciola non tanto per i risultati –che anzi gli davano ragione- quanto per l’involuzione nel gioco della squadra.
Sotto la guida di Spinelli il Siracusa si ritrova e, dimenticata la sconfitta dell’esordio, arrivano 4 vittorie nelle ultime 4 partite di campionato, con un secondo posto blindato da settimane.
I play off si giocano con semifinali e finale in casa della squadra classificata meglio, in caso di pareggio si va ai supplementari, in caso di ulteriore pareggio al termine dei 120’, passa quella messa meglio in classifica. Così quando arriva l’Acireale gli azzurri giocano bene e controllano gli ospiti per tutto il primo tempo, creando anche qualche buona occasione. Il gol del vantaggio arriva a metà della ripresa, e da lì in poi gli acesi crollano. Dopo il 3-0 rifilato agli etnei, a Siracusa arriva la temibilissima Reggina, sotto il nome di “Fenice Amaranto”, squadra ammessa in sovrannumero al campionato, costruita in ritardo, capace di realizzare un incredibile ruolino di marcia e recuperare tantissimo dello svantaggio maturato nei primi mesi in cui aveva dovuto giocare ogni 3 giorni. A metà primo tempo gli ospiti passano in vantaggio, ma all’intervallo ci si arriva col pari di Maggio e a pochi minuti dal 90’ arriva il gol capolavoro di Sarao.
La vittoria dei play off scatena una festa meravigliosa, nonostante non comporti una promozione diretta in serie C ma solo l’accesso alla graduatoria per i ripescaggi, in caso di respingimento di qualche domanda di iscrizione di qualche club delle categorie superiori. Il Siracusa è primo nella sua graduatoria (a condizione di adempiere a una serie di prescrizioni obbligatorie, tra cui molte riguardanti lo stadio, non a norma per la serie C), ma vi sono anche altre 2 graduatorie: quella delle perdenti play out di serie C e quella delle squadre “under 23”, volute dalla Federazione per contrastare il fallimento della doppia mancata qualificazione ai mondiali, che hanno priorità assoluta su tutte le altre ripescabili.
Viene cancellato solo l’Ancona e il suo posto lo prende il “Milan Futuro”. La vittoria "mutilata" è servita, al Siracusa del presidente Ricci resta solo da prepararsi a un nuovo campionato di serie D.