Luciano Favero è nato a Santa Maria di Sala nel Veneto, l’11 ottobre 1957. La sua carriera da calciatore, ha inizio nelle giovanili di una piccola squadra di paese vicino Venezia.
Il ragazzo è serio, volenteroso, sempre presente agli allenamenti, si contraddistingue dal resto del gruppo. Il suo allenatore ne fiuta il talento e gli propone un provino col Varese. A Varese viene immediatamente tesserato. Luciano in campo ci sa fare e seppur giovane sa infondere grande sicurezza al reparto difensivo, parla poco, ma tutti conoscono il suo obiettivo, il suo sogno nel cassetto è giocare in Serie A. Per il momento deve accontentarsi del calcio semi professionistico ed il salto Favero lo fa grazie all’allenatore Rumignani che nella stagione 1975-76 lo porta dalla Milanese (Dil.) al Messina in Serie C. Nella squadra dello Stretto gioca tutto il campionato, segnando anche un bel gol. La stagione successiva è la Salernitana di Mister Facchin a prenderlo. Nei granata campani non gioca, però, una stagione entusiasmante.
Proprio Facchin l’anno seguente viene chiamato dal Siracusa e Favero lo segue, tornando così in Sicilia. Arriva nella città di Archimede all’età di 20 anni. Gli osservatori del Siracusa lo seguivano da tempo, avevano notato la sua duttilità in difesa, infatti sapeva interpretare al meglio i ruoli di libero, stopper e terzino. Le sue caratteristiche principali sono grinta e determinazione. Difficilmente un attaccante che gli veniva affidato in marcatura poteva sfuggirgli, gli si attaccava addosso asfissiandolo. Uomo di poche parole ma concreto in campo, col passare del tempo dimostra sempre più la voglia di emergere nel grande calcio.
Con la maglia aretusea giocò due stagioni di Serie C accumulando 92 presenze e 5 gol. Le sue prestazioni di altissimo livello contribuirono ad una storica promozione in Serie C1 e alla vittoria della Coppa Italia di serie C.
Dopo la bellissima parentesi a Siracusa, passa al Rimini, dove dimostra di non essere una meteora, anzi, viene notato da diverse società di serie A. Una su tutte l’Avellino. Favero rimase lì per tre anni nella massima serie, diventando un pilastro inamovibile della squadra.
La favola di Luciano Favero sta per cominciare, infatti quello che potrebbe sembrare un punto di arrivo (la serie A), per lui è solo l’inizio: lo prende la Juventus di Giovanni Trapattoni. L’allenatore dei bianconeri di Torino lo seguiva ed apprezzava da tempo. Va a giocare nella “vecchia Signora” per sostituire nientedimeno che Claudio Gentile. Al fianco di Michel Platini e compagni, vince trofei prestigiosi già al primo anno. Nel suo palmarès può vantare Scudetto, Coppa dei Campioni, Super Coppa Europea e Coppa Intercontinentale… un sogno ad occhi aperti.
Vederlo giocare ai massimi livelli europei, al fianco di campioni come Cabrini e Scirea è ancora oggi motivo di grande vanto a Siracusa.
Dopo i quattro anni trascorsi a Torino, Favero si trasferisce a Verona, dove rimane fino al 1991 collezionando 65 presenze e terminando lì la sua carriera da professionista.
Ancora con tanta voglia di giocare, passa nella squadra dilettantistica della Miranese dove gioca fino al 1996 collezionando 104 presenze. Ad un microfono dichiara: “Appendere le scarpette al chiodo, specie se si è giocato ad alti livelli, è un grosso problema. Occorre avere tanti amici e non restare soli, non abbandonarsi e continuare a tenersi impegnati in qualsiasi modo”.
A Siracusa ha lasciato un ricordo indelebile, un esempio di determinazione e serietà. L’esempio vivente che se insegui un sogno devi crederci sempre, fino alla fine.