Le storie di vita vissuta raccontate dai miei nonni e dagli anziani in genere, mi hanno sempre incuriosito e affascinato, sin da quando ero bambino. Ancor di più le storie sui gloriosi giocatori che hanno vestito in un tempo lontano dal nostro, la maglia Azzurra del Siracusa. Ancora oggi ho interesse per queste vicende nelle quali riesco a cogliere l’aspetto storico-sportivo che questi uomini in calzoncini corti hanno saputo regalare ad una generazione di appassionati e tifosi nella mia città. La ricchezza dei particolari nelle descrizioni che ogni interlocutore ha saputo darmi negli anni, ha contribuito a farmi rivivere in prima persona fatti emozionanti appartenenti a leggendarie partite lontane decenni. Quando il racconto ha inizio, la mente fa un tuffo nel passato e sembra di essere nella Siracusa del 1978. È in questa maniera che si tramandano alle nuove generazioni le gesta di giocatori che ormai sono leggenda per i nostri colori.
Ho imparato una cosa importantissima: per essere un vero tifoso del Siracusa devi conoscere gran parte degli eventi accaduti nella stagione 1978-79. In quella stagione, la differenza sul terreno di gioco la fecero tre giocatori unici e fondamentali, che con la loro semplicità ed il loro impegno riuscirono a far vivere un anno fantastico al Siracusa ed ai siracusani: il fantastico trio delle 3B: Biasiolo, Biagetti, Ballarin.
Giorgio Biasiolo arrivò a Siracusa all’età di 32 anni, proveniva dal Lecce dove aveva giocato 19 gare (in serie B) e poi era stato messo fuori rosa. Otto anni prima aveva giocato nel Milan come centrocampista interditore al fianco di un certo Gianni Rivera. E se in Serie A era utilizzato per rompere il gioco delle squadre avversarie da combattente, calato in Serie C i suoi piedi divennero fatati e poté diventare il faro del centrocampo azzurro. Il tocco sopraffino di chi aveva giocato ad alti livelli regalava lanci millimetrici, dirigeva la squadra e dettava il passaggio illuminante. Fuori dal campo era un uomo umile. Nello spogliatoio del Siracusa, molti giovani ammiravano il suo stile anche per la cura minuziosa del suo armadietto e dei suoi scarpini. Certamente l’atteggiamento del giocatore che aveva calcato campi di alto livello gli aveva conferito un’aura di nobiltà calcistica. In carriera aveva vinto tre Coppe Italia, una Coppa delle Coppe ed aveva disputato una finale di Super Coppa Europea contro l’Ajax. Biasiolo condusse gli Azzurri ad innumerevoli vittorie. Una volta (cosa rara) sbagliò un rigore contro il Vittoria, ai microfoni dichiarò: «Capita a tutti di commettere degli errori». Glissando in maniera molto semplice ed efficace eventuali polemiche o “processi”. Al termine del fantastico periodo trascorso a Siracusa, aveva collezionato 62 presenze e 16 gol.
Ubaldo Biagetti era un calciatore eclettico, fantasioso, scattante e dalle finte ubriacanti, era quello che faceva ammattire le difese avversarie per la sua grande rapidità e per i suoi dribbling spettacolari. Unica pecca, forse, era che spesso non passava la palla quando avrebbe dovuto. Anche lui proveniva dal Lecce, vestì la maglia Azzurra all’età di 20 anni. Gli assist di Biasiolo per lui erano veri e propri inviti a nozze per esaltare ed esprimere al meglio le sue caratteristiche di goleador. Nello spogliatoio era un tipo allegro e dalla battuta sempre pronta. Ha vestito l’Azzurro 34 volte, gonfiando la rete 9 volte. Alzò al cielo di Siracusa la Coppa Italia di serie C per la seconda volta in carriera: l’aveva già conquistata a Lecce qualche anno prima.
Walter Ballarin a Siracusa è ancora una leggenda. Il suo nome porta subito in mente la rovesciata contro la Biellese, che fu decisiva per la vittoria della coppa del 1979. Per portarlo a Siracusa dovettero convincerlo promettendogli bonus ad ogni gol realizzato. Era un attaccante di razza, coraggioso e che non mollava mai. Walter inseguiva ogni pallone, anche quello che sembrava irrimediabilmente perso. Ricopriva il ruolo di centravanti ma era capace di essere seconda punta all’occasione e fornire assist ai compagni, non aveva un grande tecnica, ma un gran tiro che risultava spesso decisivo. Ballarin ha legato il suo nome per sempre a questa città ed alla storia dei nostri colori. Fu il capocannoniere della stagione 1978-79 con 17 reti. La sua esperienza a Siracusa conta ben 80 presenze ed uno score finale di 33 gol.
In realtà alle 3B vorrei aggiungerne una quarta: come non parlare infatti del portierone Angelo Bellavia, soprannominato dai Siracusani “U pazzu”. Nato in Eritrea ma agrigentino d’adozione era una saracinesca tra i pali, uno spettacolo da vedere, la sua spericolatezza fu la causa del soprannome. Arrivò al Siracusa nel 1976 e ne difese la porta per tre stagioni, collezionando 119 presenze. Chiuse la sua carriera nel 1985 con la maglia dell’Akragas. Purtroppo il 17 Gennaio 1991 si suicidò in seguito ad una crisi depressiva. Ancora oggi è ricordato con tanto affetto tra i tifosi siracusani.