La stagione iniziò con la bellissima notizia del ripescaggio in Prima Divisione, l’equivalente della serie C1 da cui eravamo stati esclusi per inadempienze finanziarie nell’estate del 1995. Ciononostante non ci fu un’esplosione di entusiasmo in città, le presenze sugli spalti ne furono la conferma. La tifoseria non aveva perdonato al presidente Salvoldi gli errori delle prime 4 fallimentari stagioni e quelli delle altre 2, nonostante il ritorno tra i professionisti e, adesso, la C1. Un atteggiamento poco umile nelle interviste, scelte incomprensibili, come quella di affidare una squadra di C1 ad un allenatore senza esperienza nella categoria, scarse capacità comunicative e non impeccabile scelta dei collaboratori in alcuni ruoli chiave, continuarono a suscitare nel pubblico sensazioni di pressapochismo e dilettantismo che aderivano malamente alla categoria che ci si preparava ad affrontare.
Importanti furono le conferme di Federico Bufalino, Valerio Capocchiano, Marco De Angelis, Antonio Di Silvestro, Massimo Fornoni, Giorgio Giurdanella e Antonio Strigari. Fu confermato anche l’apprezzatissimo Giovanni Iodice che però disputò solo 9 minuti, gli ultimi della sua carriera.
Tra i volti nuovi ricordiamo soprattutto Carmine Giordano e Fernando Spinelli, destinati a superare le 100 presenze in azzurro e a vestire la fascia di capitano, ma anche Paolo Baiocco, Liborio Bongiovanni, Giovanni Ignoffo, Giorgio Lucenti, Nicola Mancino, Marco Mancosu, Davide Moi e il siracusano Andrea Petta. Volti nuovi, ma già visti a Siracusa, furono Giovanni Abate e Vincenzo Cosa. Per qualche settimana vi fu anche Davide Arigò, che andò via a settembre, e Davide Desideri, che arrivò a novembre e rimase fino a fine stagione.
Questa rosa fu messa nelle mani dell’allenatore Pippo Romano che in coppa riuscì ad ottenere 3 vittorie e un pareggio ma in campionato ottenne 5 sconfitte in altrettante partite, con 9 gol al passivo e 0 all’attivo. Con il Siracusa ultimo e già dato per spacciato dopo sole 5 partite, l’esonero di Romano e l’arrivo di Guido Ugolotti fu visto come un disperato tentativo di salvare il salvabile.
Il nuovo mister, con umiltà e dedizione, ottenne subito una vittoria che, come una rondine, non fece primavera, ma i risultati del suo lavoro si videro domenica dopo domenica. Il 31 ottobre, con una bellissima vittoria a Foggia, si aprì un lungo ciclo positivo che ebbe termine ancora contro il Foggia, nella vittoriosa sfida di ritorno. In questo intervallo di 18 partite il Siracusa ottenne 10 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte, ottenendo la salvezza con larghissimo anticipo.
Nel mercato invernale erano arrivati Francesco Corapi, Kevin Koffi, Lorenzo Pasqualini ed Ernesto Torregrossa, ma più che i singoli fu il gruppo creato da Ugolotti ad arrivare ben oltre le più rosee previsioni.
Il lavoro di Ugolotti, i nuovi innesti, la difesa che diventò di altissimo livello, i gol di Mancino e le giocate di Mancosu, resero il Siracusa una squadra bella da vedere e difficile da battere da ottobre a marzo.
Le partite di aprile e maggio furono 3 pareggi e altrettante sconfitte, ma la tifoseria seppe essere comprensiva, perché il lavoro fatto da Ugolotti e l’impegno messo in campo dai calciatori furono davvero encomiabili. Dopo un inizio tanto disastroso nessuno avrebbe pensato a una salvezza così tranquilla.
A distanza di pochi anni molti tra questi calciatori arrivarono in serie A e B, su tutti spicca Mancosu, e poco lungimirante fu il Siracusa, incapace di vederne il potenziale e lasciandoli andare via a fine stagione o col fallimento dell’estate 2012.