La stagione 2015-16 iniziò subito con i migliori auspici, il presidente Gaetano Cutrufo, sulle ali dell’entusiasmo per l’incredibile promozione della stagione precedente, affidò alcuni ruoli chiave alle persone giuste e allestì un organico di tutto rispetto. Il direttore sportivo fu Antonello Laneri, che aveva già creato l’invincibile Siracusa del 2008-09. Il ruolo di direttore generale venne affidato a Simona Marletta, curriculum impressionante alle spalle e grandissime capacità organizzative e comunicazione di grande impatto per tutto l’arco della stagione. La squadra venne affidata al navigato allenatore Lorenzo Alacqua, alla sesta esperienza con il Siracusa, dopo le prime 5 non particolarmente fortunate.
Tra le conferme spiccarono quelle di Giuseppe Mascara, Antonio Orefice, Marco Palermo e Alfredo Santamaria. Furono i calciatori che tornarono in azzurro ad accendere l’entusiasmo del pubblico: Davide Baiocco, Carmine Giordano, Lucas Longoni, Fernando Spinelli ed Emanuele Testardi.
Tra i volti nuovi ricordiamo Michele Barbiero, Agatino Chiavaro, Lorenzo Crocetti, Ange Tresor Dezai, Giuseppe Sibilli, Francesco Vindigni, Jacopo Viola e soprattutto Emanuele Catania, destinato a diventare uno tra i più importanti bomber della storia del Siracusa.
All’inizio della stagione, però, ci furono alcuni malumori e un po’ di scetticismo nei confronti del mister, che venne allontanato dopo aver conquistato un solo punto nelle prime 3 partite. A quel punto iniziò il calvario di Mascara, che prima si propose come allenatore, ma venne scelto Andrea Sottil (ennesimo ritorno gradito alla piazza), poi si infortunò gravemente, infine decise di lasciare gli azzurri a dicembre.
Con il nuovo allenatore i risultati arrivarono subito e cominciò la scalata alla vetta, agganciata per la prima volta il 6 dicembre con la splendida vittoria nello scontro diretto contro la Cavese in un Nicola De Simone gremito. Il primato però durò una sola settimana: l’inaspettata sconfitta contro la Vigor Lamezia ultimissima portò a scelte drastiche e tra gli altri andarono via anche Crocetti e Testardi.
Il 19 dicembre arrivò il secondo aggancio alla vetta, nuovamente per una sola settimana, ma al mercato invernale si arrivò pienamente in lotta per la vittoria finale. Tra i volti nuovi ricordiamo Nicola Arena, Riccardo D’Alessandro, Pietro Dentice, Mattia Gallon, Giovanni Ricciardo e Giuseppe Savanarola.
Il Siracusa ebbe il cambio di passo sperato, l’aggancio alla vetta, condiviso con la Frattese, avvenne ancora una volta per una sola settimana, il 2 marzo. Ma il campionato fu conteso fino alla fine, con continui cambi al vertice, e visse il momento di massimo equilibrio ed incertezza tra fine marzo e inizio aprile, quando per due settimane le tre contendenti (Siracusa, Cavese e Frattese) rimasero appaiate in vetta a 5 partite dal termine, con i metelliani che godevano del vantaggio di giocare in casa entrambi gli scontri diretti rimanenti.
Ma fu proprio allora che il Siracusa smise di condividere il primato allungando sulle altre due. Inoltre, alla terz’ultima di campionato, uscendo indenni dal campo di Cava de’ Tirreni, gli azzurri riuscirono a mantenere la vetta e 3 punti di vantaggio proprio sulla Cavese e sulla Frattese, sconfitta a Roccella Ionica.
All’ultima di campionato, con un vero e proprio esodo di tifosi azzurri a Rende, al Siracusa bastava un pari per avere la certezza matematica di vincere il campionato, e nonostante la Frattese, unica avversaria ancora in corsa per il titolo, passò ben presto sotto a Cava de’ Tirreni, la giornata fu vissuta con una tensione palpabile e il pareggio di Rende passò alla storia. Il Siracusa chiuse addirittura a +4 dai nerostellati, i festeggiamenti (sarebbe meglio parlare di delirio) iniziarono in Calabria e finirono a Ortigia, a notte fonda. Mai era riuscita al Siracusa l’impresa di vincere due campionati consecutivi e soprattutto il ritorno tra i professionisti dopo sole 4 stagioni (in precedenza ce ne erano volute ben 14!).
Una difesa solida, un centrocampo roccioso, giovani che ebbero un rendimento incredibile, l’apporto dei nuovi arrivati e le 21 reti messe a segno da Catania, spinsero il Siracusa fino alla vittoria in un campionato esageratamente combattuto fino all’ultima giornata. La poule scudetto fu affrontata con i calciatori ormai scarichi, perché avevano dato tutto, ma proprio tutto, per vincere il campionato e regalare al pubblico aretuseo una gioia inimmaginabile.