Le ragioni di un fallimento sportivo #1 Dilettantismo intrinseco

14 novembre 2022


Ricorderete sicuramente l'intervista del 4 marzo 2022, in cui il presidente Salvatore Montagno Grillo per la prima volta parlava di squadra che avrebbe vinto il campionato 2022-23 già a dicembre. Ricorderete anche la conferenza stampa del 19 maggio, in cui si ribadiva -in pompa magna- il concetto di vittoria inderogabile, di doppio salto di categoria, di centenario (2024) da festeggiare in serie C...


Non era ancora finita l'orribile stagione 2021-22 che già si programmava (o forse se ne parlava soltanto) la stagione successiva, quella che stiamo vivendo tra mille vergogne. Dichiarazioni forti, dal senso trionfalistico, come se si avessero in mano le carte giuste e le 30 partite di campionato che ci si apprestava a disputare fossero solo mere formalità. Poi però i primi segni che qualcosa non andava per il verso giusto. Le conferme di tanti calciatori che avevano dimostrato di non essere in grado di lottare per il primato e, soprattutto, un messaggio cervellotico (e sgrammaticato) in cui in sostanza si diceva che i calciatori erano confermati, ma se volevano potevano andare altrove. Lo trovate a sinistra, nella foto. La data è il 4 luglio, il messaggio è stato cancellato poco dopo. E proprio questo è il punto: superficialità nel rinnovo dei calciatori, superficialità nella comunicazione, superficialità nella gestione, superficialità nel cancellare il messaggio. Il comunicato al centro è del 14 luglio, in pratica Finocchiaro (che da solo ha vinto più campionati di tutto il resto della dirigenza messa assieme) veniva liquidato perché definito "provinciale" ed incapace di adeguarsi al concetto (mai spiegato e fin qui mai dimostrato e mai neanche lontanamente percepito) di "calzio-azienda". Nel terzo quasi ci si scusava per la situazione piuttosto imbarazzante che si era venuta a creare permettendo ad un politico di farsi campagna elettorale nella pagina del Siracusa. Questi sono solo alcuni esempi lampanti della superficialità con cui le cose vengono mal fatte e mal gestite. Nessuno vuole considerarsi un guru infallibile del dilettantismo, ma un quarto di secolo di esperienza è più che sufficiente a rendere chiunque capace di farsi un'idea sui risultati che può ottenere una dirigenza che agisce in questo modo. Non è un caso che già dalle prime battute ufficiali la risposta del pubblico è stata tiepida, se non addirittura fredda: ormai è difficile far credere al pubblico siracusano che una squadra da 4°-5° posto possa lottare per la vittoria del campionato. E i risultati -fallimentari- sono sotto gli occhi di tutti.


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