04 aprile 2024
Riceviamo e pubblichiamo questa bellissima lettera che ci ha scritto Marco, tifoso del Siracusa Calcio 1924 da 46 anni. La pubblichiamo con piacere, ringraziandolo di cuore per il contributo!
Caro Leone Azzurro, Quante cose avrei da dirti che non basterebbe un libro intero. Tante volte in questi anni ho pensato che questo compleanno del centenario non lo avresti mai festeggiato. Innumerevoli volte hanno provato a cancellarti dalla storia personale di ciascuno di noi e della nostra città. Quante volte ti ho visto a terra, agonizzante, ferito ma non morto, con moltitudini di iene attorno, pronte a saltarti addosso, ma così meschine da non avvicinarsi in attesa del tuo ultimo flebile afflato. Eppure ti ho visto sempre risorgere dalla cenere, con la passione e l'amore di chi ti ha sempre sostenuto, da vicino e da lontano, con la voce e con il cuore. Ti hanno chiamato con tanti nomi diversi nei tuoi cento anni. Ciò che non è mai cambiato è la tua maglia azzurra, la tua casa e la mia passione per te. Varcare la soglia del “De Simone” per me è sempre stata una piccola magia, entrare in un mio piccolo mondo intimo e personale, fatto di profumi (quando c'era Il prato appena tagliato o l'odore acre della sigaretta di chi sedeva accanto), suoni ed immagini ammalianti di azzurro intenso. Per questo le palpitazioni che provo ad ogni partita degli azzurri, per me non fa alcuna differenza che si giochi con il Portopalo, in terza categoria, o si spareggi per ottenere la tanto agognata serie B!! La prima partita, era il 5 marzo 1978, avevo appena 7 anni. Ero con mio padre e con mio zio nella vecchia tribuna laterale, quella con i tavolati in legno, tanto per intenderci. Era un Siracusa – Campobasso del campionato 1977-78. Non ricordo nulla della partita ma mi rimasero impresse le immagini di quelle undici maglie azzurre in campo, della passione trepidante di chi mi stava intorno, del ruggito della gradinata stracolma e colorata ed il suono di un campanaccio che dalla tribuna assecondava un ritmato coro “Si-ra-cu-sa, Si-ra-cu-sa”. Fu l'esordio di una storia lunga, costellata di poche, dilazionate ma straripanti gioie, di tante lacrime amare, dell'avvento di uomini veri appassionati oltre ogni misura e di figure maldestre e rovinose, di illusioni sfavillanti e delusioni cocenti, di abbracci di gioia con la prima persona sconosciuta che ti ritrovi al tuo fianco e di solenni reiterati giuramenti di non mettere più piede allo stadio dopo ogni puntuale ed inesorabile fallimento. Per te caro Leone, ho affrontato ogni sorta di avversità, se così si può dire! Ricordo da ragazzino, già malato di azzurrite acuta, i pranzi domenicali anticipati con i parenti e gli sguardi furtivi con mio padre che, tra una sigaretta e l'altra, consultava di tanto in tanto l'orologio, per stabilire con elvetica puntualità il momento per accomiatarsi per scappare di gran corsa al “De Simone” dove i Leoni ci attendevano per l'ennesima sfida. Ricordo, più grandicello, gli sfottò del parentame più prossimo, allorché giustificavo la mia assenza dagli eventi di famiglia per andare a sostenere i Leoni. Ricordo anche i litigi e le bugie dette prima alla fidanzata e poi a mia moglie per correre da te caro Leone Azzurro!! Proprio la mia amata compagna di vita, alla fine, dopo quasi trenta anni che siamo insieme, ha oramai accettato l'unica infedeltà... quella domenicale, allorché il mio cuore batte solo per te caro Leone! Grazie caro Leone per esser stato per me come per tanti altri, nelle alterne vicende della nostra modesta esistenza, un punto di riferimento, a volte un momento di conforto, a volte un sorriso ed una carezza di leggerezza anche nei momenti più difficoltosi e complicati. Grazie per aver generato una passione che si tramanda da padre in figlio e lega, in modo inscindibile tra loro, diverse generazioni oramai così diverse e distanti, sempre di più, per mentalità, passioni, ideali e socialità. Il mio augurio più grande è che un giorno possa avere la fortuna di vederti riconosciuta la tua regalità dopo aver indossato per tanti, troppi anni, le vesti polverose che certamente non appartengono al tuo rango. AUGURI PER 100 ED ALTRI CENTO ANCORA!