Il titolo è una evidente citazione de "il gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, adattata a quello che fu la stagione 2004-05: un enorme cambiamento, un possibile crocevia verso lidi più azzurri, un finale già visto, grigio e uguale a molti altri.
I cambiamenti in questione riguardano soprattutto l'acquisto della società da parte di un gruppo di imprenditori locali (Luigi Salvoldi, Marco Mauceri, Annibale Linguanti e Paolo Giuliano) e alcuni lavori allo stadio, tra cui l'aumento della capienza con l'innalzamento di parte della gradinata e la creazione della curva Anna nel settore opposto alla vecchia curva sud.
La nuova dirigenza aveva riacceso l'entusiasmo del pubblico annunciando grandi trionfi in tempi piuttosto brevi («garantiamo alla città che porteremo il Siracusa in serie C» e «porteremo il Siracusa in C1 in tre anni»), mettendo alla luce il primo, enorme difetto: parlare troppo e troppo presto.
Per la nuova stagione furono confermati i siracusani Luca Aprile, Luigi Calabrese, Gianluca Filicetti, il netino Francesco Montalto e Matteo Casisa.
La campagna acquisti, sottoposta alla ferrea regola degli juniores, fu di grande impatto: il ritorno a Siracusa del bomber aretuseo Giovanni Pisano dal Vittoria, accompagnato da Giuseppe Anastasi e Antonio Bucciarelli, suscitò l'entusiasmo della folla, tra gli juniores si distingueva l'arrivo del talentuoso attaccante Nunzio Majella. Altri acquisti importanti per la stagione furono Michele Boemia, Rosario Chiarello, Alessandro Cicchetti, Alessandro Daniele, Antonino Di Dio, Rosario Genova, Antonino Giacalone, Maurizio Intagliata e il giovane nigeriano Peter Nnamani Nnamdi.
Allenatore rimase lo stesso Ernesto Apuzzo che l'anno prima aveva fatto piuttosto bene, risollevando le sorti di un Siracusa in crisi di risultati, arrivando a sfiorare l'accesso ai play off.
L'inizio non fu dei migliori, con due sconfitte nel doppio confronto con l'Adrano in coppa Italia e la conseguente eliminazione dal torneo. L'esordio in campionato fu segnato da una bellissima coreografia dei tifosi in curva Anna e dalla sconfitta casalinga contro il Modica. A questo punto, dopo solo una partita di campionato, l'allenatore venne licenziato per fare spazio al floridiano Gaetano Auteri.
Con Auteri in panchina ci volle un'altra sconfitta e un pareggio prima di vedere qualche successo, ma la serie di risultati utili fu seguita dalla conquista di 3 punti in 5 partite. L’autunno fu un periodo di arrivi e partenze: prima andò via Majella, poi gli ex Vittoria furono cacciati e il peso dell'attacco si resse sulle spalle dei nuovi arrivati Paolo Zirafa e Salvatore Novembrino con il veterano Filicetti, Genova e Intagliata.
La vittoria contro il Giarre alla 14ª fu seguita da una sconfitta, ma Auteri riuscì a migliorare molto il gioco della squadra, i risultati iniziarono ad arrivare e dal ritorno di Giovanni Pisano tutto l'ambiente ne trasse giovamento, anche se la vetta della classifica era ormai irraggiungibile.
Arrivò addirittura una serie di 7 vittorie consecutive, la quarta delle quali poi fu revocata per un episodio non proprio edificante: durante il riscaldamento che precedeva l'inizio della partita a Milazzo, qualcuno lanciò un petardo in campo, dopo l'esplosione il portiere del Milazzo rimase a terra e fu necessario trasportarlo in ospedale. Al suo posto giocò il portiere di riserva. Sul campo finì 1-0 per il Siracusa, ma il successivo ricorso dei mamertini vide la semplice decurtazione di 3 punti al Siracusa, e non l'attribuzione di 3 punti a tavolino al Milazzo.
Le ultime partite della stagione furono giocate con la tranquillità di chi deve semplicemente mantenere un buon vantaggio e prepararsi per i play off. Arrivando alle spalle di Modica, Sapri e Paganese, avremmo giocato la semifinale contro gli azzurrostellati, la prima in casa e la seconda in trasferta. Se al termine dei 180' il risultato fosse stato di parità, sarebbe passata la Paganese.
La partita d'andata fu una tra le più emozionanti di tutti gli anni di dilettantismo che seguirono il tracollo del '95, lo stadio non fece registrare il tutto esaurito, ma l'affluenza fu elevatissima e la coreografia in curva fu veramente molto bella. A passare in vantaggio, però, fu la Paganese con un rigore di Gaetano Romano.
La reazione del pubblico sugli spalti, l'incessante incitamento, furono probabilmente determinanti per trasmettere alla squadra la voglia di reagire. Con una pregevole sforbiciata il capitano Giovanni Pisano riuscì a trovare il pareggio e lo stadio esplose di gioia. Si andò all'intervallo sul punteggio di 1-1.
Al quarto d'ora della ripresa Montalto, impiegato pochissimo da mister Auteri, con un gol di stinco portò in vantaggio gli azzurri e nei minuti di recupero Giovanni Pisano fu furbo a conquistare un calcio di rigore e bravo a realizzarlo, chiudendo la partita sul 3-1. Al triplice fischio più che di festa sarebbe corretto parlare di tripudio: 2 gol di vantaggio non erano tantissimi, ma rappresentarono comunque un bottino importante.
Del ritorno, più che della partita, purtroppo bisogna parlare di fatti extra calcistici. Il pullman della squadra, giunto a Pagani, fu assalito da tifosi della Paganese che rubarono i borsoni, sfondarono i vetri e tirarono petardi dentro il pullman. Di Dio fu ferito al timpano dall'esplosione e fu portato in ospedale. Quando i calciatori raggiunsero lo spogliatoio, lo trovarono pieno di acido muriatico. Nnamani Namdi si sentì male, andò anche lui in ospedale. La partita iniziò in ritardo perché chi aveva rubato i borsoni, tardò a far avere alla squadra i completini per poter giocare. L'arbitro e la commissione furono avvisati di tutto, la partita si giocò pro forma, ma anche durante i 90 minuti non mancarono fatti degni di nota. Il portellone di accesso agli spogliatoi veniva chiuso quando il risultato sorrideva agli ospiti, per essere riaperto quando a passare il turno erano i padroni di casa. Sul campo finì 4-2 per la Paganese e al triplice fischio i tifosi di casa invasero il campo e bruciarono alcune maglie del Siracusa. L'indomani si ebbe la notizia del 3-0 a tavolino per il Siracusa, che quindi veniva ammesso alla finale con il Sapri.
Il Sapri era probabilmente la migliore squadra del torneo, per molti era quella che più del Modica meritava la promozione diretta in serie C2. Formazione piena di autentici lussi per la categoria, che venne a Siracusa a giocare una partita di gran livello, per nulla intimorito da un Nicola De Simone pieno fino all'orlo.
La zampata vincente invocata dalla curva arrivò nei minuti di recupero, ad opera del solito Giovanni Pisano che firmò la 17ª rete in stagione, per la gioia del pubblico.
Nella partita di ritorno, però, i padroni di casa si fecero valere davanti uno stadio che, seppur piccolo, era pieno in ogni ordine di posto. Specialmente nel settore ospiti, dove c'erano due file di spettatori su ogni gradone.
Il Sapri andò in gol 3 volte, il Siracusa trovò il gol della bandiera solo a pochi minuti dalla fine, con Zirafa.
Nella graduatoria per i ripescaggi in C2 andò il Sapri che ovviamente non venne ripescato perché aveva un punteggio bassissimo, essendo un comune di appena 5.000 abitanti. Probabilmente il Siracusa, accedendo a quella graduatoria, avrebbe avuto migliori fortune, ma il verdetto del campo, amaro per quanto possa essere, era chiaro e, a dire il vero, giusto.
Affidare la squadra ad un allenatore di cui non si aveva piena fiducia è stato un grave errore, Apuzzo ne ha pagato le conseguenze prima ancora di capire se il male della squadra fosse lui o meno. Il Siracusa ha avuto per tutta la stagione grossi problemi sulla fascia sinistra, dove Michele Boemia non ebbe un rendimento all'altezza e Alessandro Daniele andava sicuramente sostituito con qualcuno tecnicamente più valido. Nella mancata sostituzione del calciatore c'è anche la responsabilità dell'allenatore Gaetano Auteri che non volle nessuno e del direttore sportivo Antonio Marletta che non prese comunque un calciatore che potesse assicurare un rendimento migliore.
L'intelaiatura della squadra, sicuramente molto valida, venne persa un po' per la regola degli juniores che faceva slittare di un anno la classe dei giovani, un po' per l'arrivo di un nuovo direttore sportivo, con la conseguente rivoluzione nell'organico. Una stagione che poteva segnare un cambiamento importantissimo per il calcio siracusano ma che ebbe il solito amaro finale. E qui torna utile la citazione di Tomasi di Lampedusa: si cambia tutto, ma non cambia nulla.