Storie di gesta leggendarie e di campanilismi. Storie di calzettoni abbassati e di partite infuocate. Storie che grondano di sudore, passione, poesia, forza, coraggio, sofferenza e lacrime. Molti sono gli aneddoti che ai più giovani vengono tramandati per anni dai racconti di nonni e genitori. Siracusa – Bari del 1976 è rimasta tra le partite più narrate. Ancora oggi, i tifosi più datati si soffermano durante gli allenamenti a parlare di quella fantastica partita. Qualcuno si commuove a rivivere quei momenti, tanto fu sentita quella gara che per una settimana fece sognare ad occhi aperti il ritorno nella cadetteria.
La partita si gioca con esattezza il 31 Ottobre 1976 ottava giornata del campionato di Serie C. I galletti pugliesi sono primi in classifica, il Siracusa al secondo posto distaccato di soli due punti. In città l’attesa è spasmodica, nessuno vuole perdersi la partita delle partite (di quel momento) contro un Bari che parte favorito dai pronostici. Si fece un incasso di 26 milioni di vecchie lire, presenti 12.000 spettatori circa, secondo le cronache dell’epoca, nonostante una capienza di 10.000 posti. Una tra le partite con più spettatori nel nostro stadio.
Il Siracusa scende in campo con Bellavia, Gobbi, D'Alessandro, Torrisi, Filipponi, Bragatto, Rappa, Piacenti, Labellarte, Brunetti, Mangiapane (dall' 80° Crippa), allenatore : Sacchella. Il Bari risponde con Ferioli, Punziano, Frappampina (dal 63' Sciannimanico), Materazzi, Maldera, Consonni, Scarrone, Sigarini, Penzo, D'Angelo, Biloni, allenatore: Losi. Arbitro della gara Andreoli di Padova.
Incitati da così tanta gente di fede aretusea succede l’imprevedibile: il Siracusa inizia ad attaccare subito! Gli azzurri sono dei leoni indomabili ed affamati. Si spinge sull’acceleratore con determinazione e già al 14° minuto, arriva la prima zannata ai biancorossi. Andiamo in vantaggio con un gran pallonetto di Labellarte, puntuale e letale come il morso di una vipera. L’attaccante delizia, esalta, inonda di felicità la gente che sta sugli spalti che lo incita. Il boato del pubblico dopo il gol è impressionante. I calciatori in completo azzurro sembrano avere le ali sotto i piedi: travolgono il Bari rendendosi continuamente pericolosi e costringendolo a difendersi.
Sono diverse le incursioni con l’intento di raddoppiare, tanto che già al 33° minuto il Siracusa ci riesce, tagliando la difesa barese come un panetto di burro. Dal limite dell’area un elegante tiro di prima intenzione del difensore azzurro D’Alessandro spiazza il portiere. I giocatori siracusani si abbracciarono euforici. Esaltazione totale, il temibile Bari è sotto di due gol. Due colpi tremendi, in grado di tramortire anche un dinosauro. “Partita chiusa”, pensano in molti, altri invece per scaramanzia o probabilmente per grande rispetto dell’avversario cercano di non cantare vittoria troppo presto. Il Bari, comunque, riesce a sprecare anche un paio di opportunità per accorciare le distanze. Il primo tempo termina quindi col risultato di 2-0 per i padroni di casa.
Nella ripresa scendono in campo gli stessi 22 del primo tempo. Gli azzurri giocano benissimo e sono scaltri ad amministrare il risultato, i buongustai del pallone si stropicciano gli occhi. Il Bari sembra dimesso ed ormai alle corde, come un pugile suonato che da un momento all’altro rischia di finire ko. Il pubblico del “Vittorio Emanuele III” incita i propri beniamini. La ripresa trascorre così, anche se il tempo sembra si sia fermato. Ogni trucco del mestiere è buono per far andare avanti le lancette dell’orologio per avvicinarsi il più possibile al novantesimo minuto senza subire nessun gol. Il Siracusa gli ultimi 10 minuti fa melina con il Bari ad osservare. Ci prova a tentare qualche affondo approfittando di qualche licenza di Gobbi alle quali rimedia Crippa. Bellavia non viene impensierito più di tanto. Il match è ormai conquistato.
Dopo il triplice fischio i Leoncelli in campo sono consci di aver regalato alla propria gente una soddisfazione immensa che verrà ricordata per tanti anni. Corrono sotto i settori dello stadio a raccogliere i meritati applausi. Il grande aggancio alla capolista è riuscito, il temuto esame è stato brillantemente superato. Una giornata epica di sport è stata scritta.