Castellammare di Stabia è una città ridente e attiva. E' uno dei più importanti centri della Campania che conserva un sapore d'umanità e simpatia che subito ti conquista. Proprio a Castellamare, nel corso dei secoli, i re di Napoli andavano a villeggiare. Ed è a Castellamare che, nei Cantieri Navali, sono state varate alcune delle più famose e gloriose navi italiane, come il veliero “Amerigo Vespucci”, nave scuola della Marina Militare Italiana. Questa bella città, che si affaccia sul mar Tirreno è stata anche fucina di talentuosi calciatori. Due dei giocatori di calcio, oggi in attività ed alla ribalta nazionale nati a Castellamare di Stabia sono Fabio Quagliarella attuale attaccante della Sampdoria ed ex attaccante della Nazionale Italiana e Gianluigi Donnarumma portiere del Milan e della Nazionale.
Il 13 gennaio 1954 proprio a Castellamare di Stabia da Enrico e Serafina De Martino, unico maschio di sei figli, nacque il “nostro” Nicola De Simone. Trascorse la sua infanzia nel quartiere Caporivo di Castellamare, frequentando l’Oratorio Salesiano del Solaro, giocando felicemente a pallone con i suoi amici, sognando un futuro da calciatore nella Juve Stabia, l’amata squadra della città. Chi lo ha conosciuto dice che era un ragazzo schivo, generoso, serio e coraggioso. Capello ondulato sempre curato e sguardo fiero di chi sà che può fare bene nella sua disciplina sportiva preferita. Fra una partitella e l’altra, in sella alla propria bicicletta, consegnava i prodotti caseari della ditta di famiglia. All’età di undici anni entrò a far parte di una vera squadra di calcio, la Libertas Stabia, la seconda squadra di Castellamare, che al tempo faceva da trampolino a molti aspiranti calciatori. Rimase alla Libertas per ben quattro anni distinguendosi tra i tanti ragazzi per serietà ed impegno, tanto da farsi notare da importanti società, tra queste la Fiorentina che nella stagione 1970-71 lo tessera. Proprio in quella annata la squadra viola conquistò il titolo di campione d’Italia nella categoria Primavera. In squadra con lui c’erano il portiere Massimo Mattolini ed il centrocampista Domenico Caso, giocatori che poi ebbero una buona carriera. De Simone restò nella città alle rive dell’Arno per tre stagioni, partendo dalla categoria Giovanissimi fino alla categoria Primavera. Le due stagioni successive indossò la maglia gialloblu della Sessana squadra che partecipava al campionato di serie D. La stagione seguente debutta tra i semi-professionisti in Serie C con il Benevento, ma l’esperienza con i giallorossi dura poco, perché a Benevento non trova tanto spazio (ancora è molto giovane) e perché per lui arrivò una chiamata, quella della Juve Stabia, il suo sogno sin da bambino. Infatti nella stessa stagione 1975-76, Nicola tornò a casa a Castellamare. Che grande emozione fu per lui indossare la maglia gialloblu Stabiese più ambita!
Sempre ligio al dovere, svolgeva i suoi compiti in campo con correttezza e impegno, severo nella marcatura dell'avversario, mai un atteggiamento estroso, mai un'impennata aggressiva. Era seguito sugli spalti da amici e parenti che con orgoglio lo incitavano. Il sogno che da sempre Nicola aveva, si era realizzato. Disputò due campionati di serie D con la sua amata maglia e sfiorò insieme ai suoi compagni, con soli due punti di distacco dalla Pro Cavese, la promozione in C. In due stagioni con le vespe dimostrò di essere calciatore di categoria superiore e fu così che nella stagione 1977-78 il Siracusa lo chiama ad indossare la maglia azzurra dei leoncelli. Venne tesserato per la disputa del campionato di serie C. Nicola De Simone esordì in Azzurro, indossando fiero la maglia numero 2 al “Vetusti” di Salerno, contro la Salernitana proprio la prima giornata di campionato. La gara, giocata egregiamente dal ragazzo stabiese finì 0 a 0 ed il giovane stopper campano fu un muro invalicabile per gli esperti attaccanti della Salernitana. De Simone divenne un titolare inamovibile della formazione siracusana, dimostrando di essere un difensore molto forte ma correttissimo nei suoi interventi, tanto da essere ammonito solo due volte in tutto il campionato. Nella stagione 1978-79 Nicola giocò nel reparto difensivo azzurro con Nunzio Restivo, Amedeo Crippa e un nuovo acquisto, il terzino destro Luciano Favero proveniente dal Messina. Quel Favero che poi diventerà giocatore internazionale aggiudicandosi Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale con la Juventus. La stagione 1978-79 De Simone la giocò con Petraccini, Biasiolo, Biagetti e De Pasquale, sempre da titolare fisso e sempre con grande correttezza in campo, infatti saranno ancora due le ammonizioni in totale, saltando solo il derby casalingo con i granata del Trapani.
Il 4 dicembre 1978 è una data importante per il nostro Nicola, a Firenze sposò Adriana Borgioli che conobbe proprio ai tempi della Primavera con la Fiorentina. Dalla moglie ebbe una figlia di nome Sara, nata nell’ottobre del 1979 che purtroppo Nicola non conoscerà mai a causa di quel drammatico 13 maggio1979 che lo porta a disputare la trasferta di Palma Campania. Era la giornata numero 30 del campionato di Serie C-2, durante l’incontro Palmese - Siracusa, terminata 2-1 per i padroni di casa, accade un grave incidente. Una gara che la stampa locale in settimana aveva presentato come la partita della vita per i rossoneri campani che, negli ultimi cinque incontri a disposizione, si giocavano la permanenza nella categoria. A 13 minuti dall’inizio, Nicola che non si è mai tirato indietro, coraggioso come sempre, in un intervento di gioco, rimediò una caduta (forse anche un calcio alla tempia) battendo la testa violentemente a terra. Immediatamente le sue condizione apparvero disperate, d’urgenza venne trasportato, fra lo sconforto generale, al Cardarelli di Napoli dove rimase in coma fino al 30 maggio alle ore 08:00, momento in cui il suo cuore cessò di battere, alla giovane età di 25 anni. Quattro giorni dopo, la domenica mattina del 3 Giugno 1979, una carovana formata da ben 23 pullman di tifosi azzurri del Siracusa raggiunse Castellammare di Stabia per assistere ad una messa in suffragio dello sfortunato giocatore stabiese. Oltre cinquemila le persone che parteciparono ai funerali. Dopo la doverosa sosta al cimitero, il gruppo si recò, nel pomeriggio, a Sorrento per la penultima giornata di campionato, aggiungendo alla carovana il 24° pullman, quello dei tifosi della Juve Stabia che da quel momento in poi resteranno gemellati per sempre con quelli di Siracusa. Pochi anni dopo la tifoseria aretusea e quella stabiese si sono unite in gemellaggio tra i più antichi e sentiti in ambito nazionale. La gara con i rossoneri sorrentini finì 1-1 e Nicola dall’alto aiutò il suo Siracusa che sotto di un gol pareggiò ad una manciata di minuti dalla fine e la domenica seguente, battendo la Casertana ottenne la promozione in C1. A distanza di una sola settimana arrivò anche la finale di Coppa Italia che il Siracusa vinse contro i piemontesi della Biellese, sempre con un gol all’ultimo minuto, di Ballarin (in quell’occasione furono in molti a credere ancora in un aiuto straordinario dal cielo). Da lì a poco il nostro stadio della borgata, dedicato in un primo momento a Vittorio Emanuele III, prese il nome di “Nicola De Simone”, al fine di non dimenticare un ragazzo che a soli 25 anni, aveva perso la vita. Oltre allo stadio Aretuseo, alla sua memoria sono nati, in città, il “Club Azzurro Nicola De Simone” che da allora espone sempre uno striscione a lui dedicato, in tutte le gare degli azzurri, sia in casa che in trasferta. Lo stesso vale per la tifoseria della Juve Stabia a cui si è aggiunta, dal 1997, una Scuola Calcio a lui intitolata la quale si prefigge di educare i giovani calciatori di domani alla lealtà e alla correttezza che contraddistingueva il buon Nicola.
Aver raccontato in queste righe di Nicola De Simone per me è stato un vero onore, in una mia trasferta nel Dicembre del 2005 a seguito del Siracusa, in una importante gara contro il Sorrento ho avuto il piacere e l’onore di visitare Castellamare di Stabia, dove abbiamo avuto una accoglienza che mi ha commosso e che non dimenticherò mai. Qualche ora prima della partita siamo andati a trovare al cimitero il “nostro” Nicola e pochi minuti prima di prendere la Circumvesuviana in direzione Sorrento, ho avuto il grande privilegio di parlare con suo padre, il Sig. Ernico De Simone, oggi anche lui ahimè scomparso. Non vi nascondo che spesso e volentieri durante le partite più difficili del Siracusa ho alzato il mio sguardo verso il cielo pensando Castellamare e la storia di vita di Nicola De Simone che nella sua drammaticità ha tanto da insegnarci.