Una stagione magica

1978-79: promozione e coppa Italia semiprof
Enzo 79 Di Falco

Quarantuno anni fa una squadra si è consegnata all’immortalità sportiva di questa città vincendo campionato e coppa nella stessa stagione. La promozione fu in Serie C1, il trofeo fu la Coppa Italia semiprofessionisti ed il Siracusa fu la prima siciliana e la prima squadra di C2 a sollevarla al cielo.

Quella del 1979 è la storia di un capitano dal cuore nobile, Amedeo Crippa, e di un bomber che segnava solo gol decisivi, Walter Ballarin. È la storia di un allenatore speciale sceso dal Veneto per regalarci un gran bel calcio, Carlo Facchin. É la storia di una tifoseria che ha amato questa squadra seguendola ovunque. La trasferta a Sorrento di campionato ne è simbolo, dove i tifosi al seguito dei leoni riempirono una ventina di autobus e tante automobili, numeri incredibili per una squadra militante in Serie C2.

È la storia di come una formazione di calcio sia diventata a Siracusa quasi una filastrocca, chi la “recita” a memoria lo fa con gli occhi lucidi ed il cuore che batte forte.

Il giorno che consacrò quella stagione ad essere considerata ancora oggi “la stagione per antonomasia”, fu il 17 giugno 1979, un caldo giorno dell’estate siracusana. Lo stadio “Vittorio Emanuele III” di Siracusa era gremito come non mai. Furono circa 9.000 gli spettatori presenti sugli spalti. C’era il pienone perfino sui balconi delle palazzine antistanti lo stadio.

Il Siracusa affrontava in casa i piemontesi della Biellese, che militava nel campionato di Serie C1, quindi sulla carta d’un livello superiore rispetto ai nostri leoncelli.

Gli azzurri indossarono una inusuale maglia amaranto (divenuta oggi una maglia leggendaria). Scesero in campo con Bellavia, Favero, Restivo, Agosti, Belfiore, Crippa, Petraccini, Biasiolo, Biagetti, De Pasquale, Ballarin, allenatore Carlo Facchin.

Il cammino del Siracusa per arrivare in finale aveva visto i leoncelli azzurri conquistare agevolmente ed a punteggio pieno il girone eliminatorio, battendo il Ragusa, il Marsala ed il Vittoria. Poi ancora nel suo cammino aveva eliminato il Sorrento e la Reggina, quest’ultima militante nella categoria superiore.

Tra i giocatori di maggiore esperienza di quel Siracusa senza alcun dubbio c’era Giorgio Biasiolo, con alle spalle sette anni trascorsi al Milan. Il tocco sopraffino di chi aveva giocato ad alti livelli regalava lanci millimetrici, dirigeva la squadra e dettava il passaggio illuminante. Nel suo palmares personale vantava già 3 Coppe Italia e una Coppa delle Coppe.

A difesa dei pali del Siracusa Angelo Bellavia, portiere di grande talento con qualche presenza in Serie A con il Palermo, soprannominato dai Siracusani “u pazzu”. Nato in Eritrea ma agrigentino d’adozione era una saracinesca tra i pali, uno spettacolo da vedere, spesso spericolatissimo che gli valse il soprannome.

Tra i titolari di quel Siracusa anche il terzino Luciano Favero che nel 1984 passò alla Juventus per sostituire Claudio Gentile, vincendo scudetto, Supercoppa Europea, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale.

La Biellese schierava il nostro ex portiere Reali, Francisetti, Braghin, Borghi, Capozucca, Sadocco, Schillirò, Conforto, Lamia Caputo, Palese, Enzo, ed era guidata dal tecnico toscano Roberto Gori. I bianconeri avevano eliminato dalla coppa fior di squadre tra cui spiccava il successo di larga misura contro il quotato e blasonato Pisa, avviato al salto in B. In semifinale, la qualificazione dei bianconeri era arrivata in rimonta a spese della Reggiana.

Arbitrò la finale l’arbitro Altobelli di Roma, sotto gli occhi attenti dell’ex arbitro internazionale Concetto Lo Bello che sedeva in tribuna per sostenere la squadra della propria città.

I nostri calciatori scesero in campo con lo sguardo concentratissimo, avevano capito quanto contasse per la città di Siracusa vincere quel trofeo. Era il giorno del riscatto per una città che spesso aveva dovuto inghiottire bocconi amari. L'appuntamento con la storia era lontano solo 90 minuti.

Il Siracusa partì subito deciso a vincere, puntando la porta avversaria, costantemente sostenuto dal tifo incessante del pubblico aretuseo. Anche la Biellese provò a creare qualche pericolo dalle parti di Bellavia, ma la difesa azzurra seppe amministrare egregiamente. Le squadre disposte ottimamente in campo dai due allenatori, offrirono un match equilibrato.

Nella corso della ripresa ci furono delle sostituzioni. Nel Siracusa entrò Lorusso per Biagetti mentre Pellerei diede il cambio a Palese nella compagine piemontese. L’equilibrio si mantenne fino a pochi istanti dal termine.

Il novantesimo minuto era già cominciato quando il centrocampista siracusano De Pasquale effettuò un cross nell’area avversaria, apparentemente senza pretese. La difesa della Biellese era piazzata con i suoi quattro difensori, in mezzo a loro soltanto un azzurro, quel giorno in amaranto: Walter Ballarin. L’attaccante del Siracusa inizialmente fece un movimento scoordinato che gli fece perdere l’equilibrio, sembrò ormai essere fuori causa. Il portiere avversario Reali, nell’abbozzare l’uscita, mostrò un’incertezza che gli fu fatale. Ballarin, da terra e spalle alla porta, quasi in semirovesciata, fece partire un pallonetto che scavalcò l’estremo difensore avversario, lasciando tutti di sasso. Un gol capolavoro entrato nella leggenda. Un gol che ogni nonno, ogni padre presente quel giorno allo stadio ha raccontato al proprio nipote o al proprio figlio. Il tripudio del “Vittorio Emanuele III” venne avvertito nitidamente fino alle periferie della città. Il tempo era scaduto e l’arbitro Altobelli, con il suo triplice fischio, sancì la vittoria del Siracusa che scriveva negli annali del calcio una stagione magica.

Terminarono così 90 minuti vissuti col cuore in gola. Dopo quel triplice fischio del Sig. Altobelli finalmente scoppiò in tutta la città la gioia liberatrice con un marea di bandiere azzurre, caroselli, clacson impazziti e fuochi d'artificio.

É doveroso ricordare che quella stagione trionfale, purtroppo, racchiude in se una tragica perdita, quella di Nicola De Simone, giocatore del Siracusa che perse la vita il 30 maggio 1979, a seguito di un grave incidente in campo, dopo aver sbattuto violentemente la testa sul terreno in una azione difensiva di gioco, sul campo di Palma Campania. Aveva 25 anni ed era nato a Castellammare di Stabia. Pochi anni dopo è nato un fortissimo legame tra la tifoseria stabiese e quella siracusana. Un gemellaggio unico nel nome di Nicola De Simone. Lo stadio di Siracusa, ancora oggi, è intitolato a lui.




Enzo 79 Di Falco

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Stagioni: 1978-79 ~ Calciatori: Angelo Bellavia ~ Luciano Favero ~ Nunzio Restivo ~ Pierangelo Agosti ~ Giuseppe Belfiore ~ Amedeo Crippa ~ Antonio Petraccini ~ Giorgio Biasiolo ~ Ubaldo Biagetti ~ Antonio Lorusso ~ Giovanni De Pasquale ~ Walter Ballarin ~ Allenatori: Carlo Facchin ~ Presidenti: Claudio Cassone ~ Partite: Siracusa - Biellese