La notizia del ripescaggio in serie D era stata accolta con grandissima gioia dal pubblico siracusano, forse troppa, ma più che giustificabile dopo aver visto sfumare 3 tentativi di promozione diretta e 2 dopo i play off.
Ai nastri di partenza le principali indiziate per la lotta al vertice erano Cavese, Vigor Lamezia e Vittoria, il Siracusa era visto come outsider insieme a Milazzo, Savoia e Trapani, perché era pur sempre una “debuttante” anche se vantava alcuni elementi di grande spessore tecnico.
Il Presidente Gabriele Lanza, infatti, aveva affidato al direttore Nicola Pannone l’incarico di costruire una squadra di alta classifica e nella rosa a disposizione di mister Lorenzo Alacqua c’erano calciatori del calibro di Giuseppe Del Giudice, Vincenzo Del Vecchio, Pasquale Lo Garzo, Salvatore Cangiano e Franco Pannitteri, ma non furono solo loro i protagonisti della stagione.
Ricordiamo anche Antonino Adragna, Dino Arcidiacono, Luigi Calabrese, Gianluca Filicetti, Giuseppe Guido, Francesco Macrì, Vincenzo Manzo, Antonio Pisaturo, Giuseppe Rinaudo, Marco Scifo e il brasiliano Fabio Rogerio Theodoro.
Il girone d’andata iniziò molto bene, con una media punti che sarebbe stata da lotta al vertice, se Cavese e Vigor Lamezia non avessero viaggiato a medie ai limiti dell’incredibile. La squadra mostrava un gioco entusiasmante, soprattutto in casa riusciva a sbloccare gli incontri nel primo tempo per chiuderli nella ripresa o amministrare il risultato. Anche in trasferta il rendimento era piuttosto buono, con moltissimi pareggi e nessuna sconfitta. Difesa attenta, centrocampo di qualità, giovani talentuosi e un Pannitteri finalizzatore infallibile portarono la squadra al terzo posto ma con gli occhi puntati sulla capolista anziché sulla quarta in classifica.
La partita che chiuse il girone d’andata a Torre Annunziata segnò la prima sconfitta degli azzurri, tra l’altro assolutamente immeritata, e nell’ottica di un obiettivo stagionale cambiato per ottenere la promozione, la società esonerò il mister, sostituendolo con Angelo Busetta.
Con Busetta in panchina il Siracusa regolò il modesto Pro Favara e in seguito perse giocando veramente male per la prima volta in stagione, a Trapani. La tensione che si era avvertita tra il pubblico all’esonero di Alacqua caricò l’ambiente di pressione e nella sfida interna contro la Cavese successe ciò che alcuni temevano.
I metelliani passarono in vantaggio e raddoppiarono, il Siracusa sembrava un lontano parente di quello visto con Alacqua e la tensione accumulata sfociò in una contestazione così aspra da rendere inevitabile l’intervento delle forze dell’ordine. La partita fu prima interrotta, poi sospesa e persa a tavolino per 3-0, con l’ulteriore squalifica del De Simone per tre giornate.
Le probabilità di vincere il campionato, già piuttosto basse con Alacqua, erano definitivamente sfumate con Busetta, il cui esonero fu invocato e ottenuto da una tifoseria amareggiata per la stagione buttata inutilmente al vento.
A Torre Annunziata aveva esordito un nuovo attaccante arrivato nel mercato di riparazione, anche se il debutto non fu felice, Giovanni Baratto ebbe un rendimento altissimo, con ben 11 reti in 20 presenze. Non fu altrettanto fruttuoso l’altro acquisto Fabio Andreulli, che esordì malissimo proprio contro la Cavese.
La squadra fu condotta fino al termine della stagione dal capitano Pannitteri insieme a Corrado Modicano, cercando di preparare al meglio i play off previsti come un triangolare tra seconda, terza e quarta qualificata e che non garantiva il ripescaggio bensì l’inserimento in una graduatoria di ripescaggi per altrui fallimento.
La prima sfida fu tra Vittoria e Vigor Lamezia e a sorpresa vinsero per 2-0 i biancorossi vittoriesi, che avevano concluso il campionato al quarto posto. Con la Vigor ormai fuori dai giochi, la trasferta in Calabria appariva quasi come una pura formalità, soprattutto dopo il vantaggio azzurro, ma la Vigor ribaltò il risultato e la partita finì con la sconfitta per 2-1 che ci obbligava a vincere con 2 gol di scarto contro il Vittoria, se volevamo vincere i play off.
L’ultima partita del triangolare si disputò a Siracusa, in uno stadio gremito. Il Vittoria, con allenatore e molti calciatori che qualche anno dopo sarebbero andati proprio al Siracusa, si mostrò da subito una squadra molto ordinata e riuscì anche a passare in vantaggio. All’intervallo si andò sul punteggio di 1-1 grazie alla rete di Baratto e a un quarto d’ora dalla fine dell’incontro Del Vecchio portò in vantaggio gli azzurri, ma l’assedio degli ultimi minuti non permise al Siracusa di trovare il secondo gol di scarto e al triplice fischio a festeggiare furono i biancorossi che poi andarono in serie C.
Gli errori più grandi della stagione furono, senza ombra di dubbio, puntare ad un’altamente improbabile vittoria del campionato dopo aver disputato tutto il girone d’andata ed esonerare Alacqua alla prima sconfitta. Alcuni calciatori che avevano fatto molto bene fino al giro di boa disputarono un girone di ritorno al di sotto delle aspettative, ma il terzo posto raggiunto era da considerare un ottimo punto di partenza per le stagioni a venire, mentre fu trattato sul momento come un fallimento da correggere con azioni che alla lunga fecero solo altri danni.
In estate la squadra fu praticamente rivoluzionata, come spesso accade in serie D soprattutto per la regola degli juniores. La maggior parte di quelli che rimasero, andarono comunque via dopo poche partite della stagione successiva. In pratica, quanto di buono era stato fatto in questa stagione d’esordio, andò perso.